(Lodi, 30 agosto 2023) - I primi casi di Peste Suina Africana registrati nella Provincia di Pavia (uno a Mombello e due a Zinasco), scuotono il mondo zootecnico lombardo. Crescono i timori per gli allevamenti di Lodi, Milano e Monza che Confagricoltura interprovinciale sta seguendo con massima attenzione.
«Il livello di allerta è altissimo, in gioco c’è l’intera filiera Lombarda che con i suoi allevamenti rappresenta più del 50% del patrimonio suinicolo italiano - dichiara il presidente dell’organizzazione Francesco Pacchiarini - I nostri allevatori sono molto preoccupati e circolano i primi sospetti sulla sicurezza degli alimenti. Sono due i messaggi che come organizzazione ci preme diffondere in questo momenti critico: agli imprenditori l’invito a rispettare scrupolosamente le norme di biosicurezza e a segnalare all’autorità sanitaria qualunque, anche minima, anomalia, e ai consumatori una rassicurazione sull’assenza di rischi per la salute perché il virus non è trasmissibile all’uomo».
Per arginare la diffusione della malattia, Regione Lombardia ha emanato nuove disposizioni. Dal 29 agosto la movimentazione dei capi suinicoli su tutto il territorio regionale è condizionata all’esito favorevole di controlli straordinari: visita clinica, verifica dell’andamento della mortalità, prelievi di milza e di sangue da soggetti disvitali. Si aggiunge il divieto di qualsiasi movimentazione in entrata o uscita negli allevamenti ricadenti nei 10 km attorno al focolaio di Zinasco. Il Ministero della Salute ha assunto ulteriori misure in ottica di export.
«Gli allevatori sono preoccupatissimi - rimarca Pierluigi Madonini, presidente della sezione Suini di Confagricoltura -: si fatica a prevedere la durata di questa emergenza che richiede alle aziende investimenti nella biosicurezza e che avrà inevitabili ricadute sui piani di produzione. Nonostante le difficoltà, tutti si stanno adeguando alle normative ed è massima la collaborazione con le autorità sanitarie. Regione Lombardia ha messo a disposizione fondi per gli interventi da attuare negli allevamenti e per la posa di recinzioni anti-cinghiale. Per il futuro speriamo anche in una sburocratizzazione degli iter di accesso a ogni eventuale forma di ristoro».
Da Giuliano Toninelli della sezione Suini un’ulteriore sottolineatura sugli sforzi del settore per arginare la PSA. «Siamo di fronte a un’epidemia che rischia di mettere in ginocchio il comparto, ma ho riscontrato con piacere, in un recente incontro a Corteolona e Genzone sul tema PSA, con l’assessore di Regione Lombardia all’Agricoltura Alessandro Beduschi e con il dirigente dell’Unità organizzativa veterinaria regionale Marco Farioli, l’allineamento e la determinazione degli allevatori nel combattere questa minaccia, l’attenzione e la disponibilità alla collaborazione delle autorità regionali e sanitarie. Dobbiamo rimanere uniti, non solo in Regione Lombardia, ma a livello nazionale per evitare frammentazioni e agire in modo uniforme ed efficace nella prevenzione e nel contrasto alla diffusione della malattia».